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Per il grande filosofo di origine polacca, critico del marxismo, lo spirito rivoluzionario moderno mostra di avere una lontana origine religiosa: nell’impianto di pensiero e nell’atteggiamento dei protagonisti di ogni rivoluzione proposta dall’Occidente è possibile intravedere una chiara matrice apocalittico-religiosa. I rivoluzionari non credono al purgatorio, credono alla via crucis, all’inferno e al paradiso, al regno della liberazione totale e al regno del male totale. Pensano secondo il principio “o tutto o niente”. L’idea della liberazione totale che, in quanto tale, cancella tutti i valori della vita presente, appartiene senza dubbio al fulcro del cristianesimo, costruito tutto sull’approssimarsi dell’Apocalisse. Lo stesso schema rivoluzionario compare e si rinnova continuamente fin dai movimenti eretici più o meno significativi che rinfacciano alla Chiesa il tradimento della sua missione originaria e l’indegno adattamento a questo mondo corrotto. La teoria rivoluzionaria di Marx non fa che ricalcare lo stesso schema dicotomico che contraddistingue l’insegnamento di liberazione cristiano. Gli ultimi profeti sono stati i grandi teorici e i militanti delle rivoluzioni ideologiche dell’Occidente moderno.
Leszek Kolakowski (Radom, 23 ottobre 1927 – Oxford, 17 luglio 2009) è stato un filosofo e storico polacco noto soprattutto per l’analisi critica del marxismo, proposta nel saggio “Main Currents of Marxism”, e per aver vinto il Premio Erasmo nel 1983 e lo Jerusalem Prize nel 2007.