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L’unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un’accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
L’unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.
Non molti tra coloro che si sono accostati all’opera di Henry James sono a conoscenza della sua attività saggistica. Eppure i suoi saggi mettono a fuoco i suoi più reconditi pensieri, ancora di più dei suoi romanzi, evidenziando la sua acuta intelligenza, e il lato più caloroso e umano della sua personalità di scrittore. L’arte del romanzo (1884) raccoglie le meditazioni critiche di Henry James, stese in un periodo di oltre trent’anni, su Balzac, Flaubert, Maupassant e Zola, nonché sul neoparigino Turgenev: saggi significativi per la comprensione della teoria letteraria e per capire profondamente lo sviluppo personale dell’autore.
Henry James (New York, 15 aprile 1843 – Londra, 28 febbraio 1916) è stato un narratore, critico e drammaturgo statunitense. Grazie ai numerosi viaggi in Francia, Inghilterra e Italia allaccia conoscenze con i più importanti intellettuali e narratori del suo tempo: Turghenev, Flaubert, Daudet, Zola, Maupassant, Huxley, Meredith, Walter Pater, Matthew Arnolds.